Esce oggi nelle sale di tutta Italia Spira Mirabilis, documentario di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, uno dei film più interessanti dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia. A Napoli il film verrà proiettato al cinema Delle Palme (vico Vetriera, 12).
Pubblichiamo a seguire una recensione tratta da mediacritica.it
Presentato in concorso a Venezia, dove si è rivelato il film formalmente più coraggioso e vivo del festival, l’ultimo documentario di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti è un viaggio intorno al mondo che, attraverso quattro storie fra loro intrecciate (una comunità lakota impegnata nella difesa della propria memoria, uno scienziato giapponese che studia una medusa capace di rigenerare se stessa, una coppia di artigiani svizzeri inventori dell’hang, gli anonimi restauratori del Duomo di Milano), indaga l’aspirazione dell’uomo all’immortalità, la capacità di donare la parte migliore del proprio lavoro per sondarla e, forse inconsapevolmente, prendervi parte.
A guidare questi racconti è la disamina, mai ridotta a pretesto ma neppure dichiaratamente programmatica, dei quattro elementi della natura secondo la tradizione aristotelica (terra, acqua, fuoco, aria), cui si aggiunge un quinto elemento, l’etere, che non a caso prende forma nel cinema stesso, attraverso la voce di Marina Vlady e le pagine de L’immortale di Borges, rievocate negli snodi principali dell’opera. Non c’è il desiderio di chiudere questo processo in una struttura volta al consumo, e lo spettatore è chiamato a prendere parte a un’immersione che, in linea con il titolo del lavoro, assume la consistenza percettiva di una meravigliosa spirale inesauribile, che continua a trasformare la materia fisica del mondo, delle storie e delle immagini, in un rinnovamento che fa del film anzitutto uno slancio in potenza, non circoscrivibile alle sole inquadrature che arrivano allo schermo.
Questo sconfinamento è vertiginoso, chiama in causa curiosità e sentimento, ma è anche controbilanciato da una precisa politica del filmare, così simile al lavoro dei personaggi che gli autori raccontano, fatto di pazienza, dedizione, inesauribile convincimento che, qualsiasi sia il focus del nostro operare, le immagini possano insegnarci a guardare e a vivere. Non è un film per pochi, e neppure un film ermetico, come qualcuno ha detto: semplicemente è un film aperto, un gesto di rottura, in cui le storie a ben vedere sono tutte lì, a disposizione, ma sommate insieme offrono ulteriori vie di elaborazione. Le immagini che questo film accoglie e offre allo spettatore, i suoni che, così radicalmente, scorrono sottotraccia o esplodono al suo interno, hanno il potere di scuotere lo statuto del nostro fruire il cinema, gettando luce sulle strade di un futuro non lontano. Spira Mirabilis è un film sull’uomo e sui suoi desideri, e restituendo la poesia del quotidiano non cerca orizzonti metafisici in cui negare la caducità delle nostre esistenze, il loro destino limitato nel tempo: anche per questo forse, il suo senso più profondo sta nell’accettazione della morte, nella libertà di condurre una vita che, nonostante tutto, doni un senso e lasci una traccia di sé al mondo che continuerà dopo di noi. (marco longo)
Spira Mirabilis (121’ – Italia/Svizzera, 2016)
Regia: Massimo D’Anolfi, Martina Parenti
Cast: Marina Vlady, Shin Kubota, Felix Rohner, Sabina Schärer, Mo Brings Plenty
Soggetto: Massimo D’Anolfi, Martina Parenti
Fotografia: Massimo D’Anolfi
Musiche: Massimo Mariani
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