In seguito a un periodo di estrema apatia, caratterizzato dall’ascolto ossessivo del brano Insensatez – nella versione incisa da Enzo Palavasetti, misconosciuto cantante locale non professionista – il dottor Pichler senza motivo prese a urinare in luoghi pubblici dalla discreta affluenza, prevalentemente all’aperto. Sovente da seduto ai tavolini dei bar, o, comunque, in piedi nell’immobilità più assoluta, in entrambi i casi senza neppure sbottonarsi o considerarne lontanamente l‘ipotesi.
Nell’acme dell’atto gli occhi, rigorosamente fissi in un unico punto, parevano essere attraversati da una strana lucentezza, e l‘espressione rilassata del volto, per quanto immobile, lasciava trapelare una profonda soddisfazione, squisitamente interiore, di poi un curioso senso di spossatezza sembrava pervadere gli arti superiori e inferiori in ogni successivo movimento, specie se, in seguito alla pisciata, proseguiva una promenade contento. Certo è che, nei giorni caldi, la stoffa s‘asciugava più velocemente, emanando a distanza un cattivissimo e riconoscibile odore, a detta di alcuni «tremendo, nauseante, ma assai piacevole tanfo di Pichler».
Pichler era da sempre considerato il miglior psicanalista della provincia autonoma di Bolzano. Aveva la stima di chiunque lo avesse incontrato, anche solo per pochi minuti e la fama di essere una persona estremamente piacevole in tutte le sue esternazioni. Da che era nato, non aveva mai detto una parola. Bavava e portava continuamente la lingua di fuori, la quale sussultava, tra rarissime e brevi soste, in spasmi muscolari e tic a dir poco unici. Tant’è che in molti accorrevano da tutta la regione anche solo per vedere quelli, i più benestanti affittavano per più giorni camere ammobiliate. Pichler era così carismatico e gentile da non avvertire minimamente qualsivoglia input esterno. Se pur fosse considerato, come abbiamo detto, il miglior psicanalista della provincia autonoma di Bolzano, era così umile da non esercitare, e diremo che era addirittura così modesto da non essersi mai laureato. Nella sua poco comune umanità, dotato di un eccellente senso della misura, non aveva mai portato a termine qualsivoglia possibile intento relazionale. Umiltà e discrezione i suoi concetti chiave. Se non gli era stata conferita una laurea col massimo dei voti e non era annoverato nell’albo degli psicanalisti fu in primo luogo perché sarebbe stato inutile a fronte di una reputazione così consolidata, in secondo luogo egli stesso, pregevolmente dimesso, non aveva mai inteso chiederlo, né mai fatto nulla per ottenerlo. Solo una volta osò ammirevolmente e in punta di piedi dire: «Ahelgargh». Quando non urinava in pubblico, infatti, passava tutto il resto della giornata in punta di piedi.
In tutta la regione lo amavano, infondeva gioia a chiunque, in molti causava addirittura incredibili e fragorose risa. Era il miglior psicanalista della provincia autonoma di Bolzano.
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