Le carte sul tavolo della commissione Lavoro del consiglio comunale si avviano al macero dopo oltre un’ora di riunione sulla questione Edenlandia. Fino a quel momento le piacevolezze non erano mancate, con il presidente Vincenzo Solombrino a fare i complimenti per il clima di collaborazione, il direttore dei lavori di New Edenlandia Cosimo Barbato a spiegare che «non esistono problemi», l’assessore Piscopo intervenuto per sottolineare gli stretti rapporti tra istituzioni, enti e privati per «arrivare alla riapertura di un parco giochi importante per la città».
Tutto si inasprisce quando il presidente della commissione Ambiente, il giovane Marco Gaudini dei Verdi-Sfasteriati (sic!), solleva una innocente ma arguta questione: che tempi ci vogliono? A quel punto le carte si scoprono. «I lavori di New Edenlandia sono completi all’ottanta per cento – spiega Barbato – ma per ultimarli mancano una serie di pareri». Il più importante è quello della Soprintendenza per i beni architettonici, che influirà considerevolmente sulle modifiche a un progetto che, a quanto fa notare l’assessore Piscopo, «non è ancora nelle mani del Comune».
Come è possibile che, dopo decine di date di riapertura disattese, il comune non abbia ancora il progetto finale? Evidentemente, le cose cominciano a farsi interessanti proprio ora, a quasi tre anni dall’ingresso di New Edenlandia nell’area tra viale Kennedy e via Terracina. Il parere della Soprintendenza è “sovraordinato” rispetto a quello di tutti gli altri enti preposti ai controlli, ciò significa che anche un eventuale via libera da parte della Commissione prefettizia provinciale (che invece, del progetto, pare essere in possesso) non sortirebbe effetto senza il placet della Soprintendenza, ente già intervenuto in passato per prescrivere alla società New Edenlandia la demolizione di un fabbricato ritenuto abusivo, l’ex ristorante Spizzico.
Su questa vecchia pizzetteria rischia di arenarsi, questa volta definitivamente, il progetto Edenlandia. La nuova società non intende demolire il fabbricato, probabilmente per i costi troppo elevati (o magari perché spera di poterlo riutilizzare, in futuro). Una insistenza che non sorprende, considerando che il capitale sociale della New Edenlandia, alla firma del contratto di locazione, era di diecimila euro. Un contratto di affitto che è stato stipulato riservando un trattamento di lusso alla società guidata da Mario Schiano, imprenditore nel campo delle biciclette, e che ha come amministratore unico Eugenio Strazzullo, titolare di alcuni parcheggi a Fuorigrotta. Proprio la questione parcheggi rappresenta un altro scoglio: New Edenlandia vorrebbe costruire un’area per la sosta delle auto nell’ex Cinodromo, mentre la Mostra d’Oltremare dice che è impossibile.
Oggi è in programma un nuovo incontro tra i dirigenti di New Edenlandia e i funzionari della Soprintendenza. La società vorrebbe riaprire al pubblico – quando? – impedendo l’accesso all’ex ristorante incriminato, chiudendo e recintando l’area. «Se questo non fosse possibile la New Edenlandia è pronta a riconsegnare alla Mostra le chiavi. Ci diamo tempo un mese e mezzo». L’unica data che esce dalla riunione è la scadenza per la rinuncia definitiva, della riapertura già non si parla più.
Degli esiti della riunione, il consigliere delegato della Mostra d’Oltremare (partecipata del comune di Napoli), Giuseppe Oliviero, si dice «molto preoccupato». Lo ripete più volte, come per sottolineare la gravità della questione. Lo scetticismo riguarda le reali possibilità economiche di una società che ha già disatteso molti impegni. Si tratta in ogni caso di una preoccupazione piuttosto tardiva, visto che la stessa Mostra, che aveva flirtato e brindato all’accordo con Schiano e company, già da qualche mese dopo la firma ha cominciato a lamentare l’assenza di progetti e cronoprogrammi. Dall’altra parte, New Edenlandia lamenta, anch’essa da due anni, di essere stata fermata da intoppi burocratici. L’amministrazione comunale, infine, che prima aveva rincorso il miraggio Cesare Villa e poi recepito ma accantonato in fretta le proposte dei comitati cittadini che chiedevano un uso diverso per quei suoli, ha regalato i terreni a una società che finora ha toppato tutte le scadenze, senza mai prendere in considerazione l’idea di far saltare l’accordo, e trovandosi ora costretta a dover subire l’ultimatum di imprenditori rivelatisi così poco affidabili.
Intanto, dei cinquantatré dipendenti della vecchia Edenlandia, diciotto sono stati riassunti da New Edenlandia (anche se, a detta di Barbato, diciassette di questi non avevano le professionalità richieste). Per gli altri trentacinque, per i quali tra poco scadranno tutte le misure di sostegno al reddito, l’assessore Panini si è detto pronto a trovare nuove misure di “accompagnamento economico” fino alla ricollocazione. (tommaso totano)
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