Anche al Corvetto le elezioni sono finite e come in tutta la città ha vinto il vecchio sindaco. Io, pur vivendo in Italia da molti anni, non ho la cittadinanza e quindi non ho potuto votare, però mentre camminavo per strada vicino alla metropolitana proprio ieri ho trovato un foglio un po’ spiegazzato, con quasi due facciate scritte e in fondo la firma del sindaco Sala. Ho pensato agli ultimi resti di campagna elettorale ma poi ho visto che portava la data del 8 ottobre e così, leggi e rileggi, ho capito che il sindaco verrà proprio a Corvetto a inaugurare questo nuovo mandato. Le sue parole sono così belle che ho pensato di allegarle a questa cartolina che vi mando.
“Care cittadine e cari cittadini,
anche per questo secondo mandato ho deciso di fare la prima seduta della giunta in un quartiere di periferia, anzi in un quartiere della Città Intorno, un marchio registrato che sta lanciando Milano nei ranking internazionali.
Cinque anni fa avevamo iniziato con una seduta alla casetta verde del Giambellino e avevo promesso che non ci sarebbero più state case vuote. Sono passati solo cinque anni e in alcuni caseggiati, addirittura non solo non ci sono più case vuote, ma non ci sono proprio più case popolari! Le abbiamo abbattute con i più moderni mezzi tecnologici, e con una certa soddisfazione e guadagno dello standing cittadino del quartiere. È un risultato straordinario che solo la nostra cultura ambrosiana del fare – rafforzata da straordinari spazi aperti di partecipazione – poteva raggiungere.
Quest’anno siamo invece a Corvello, un Quartiere Intorno a cui tengo molto e che sta vivendo un grande rinnovamento, rispetto a cui la nuova giunta vuole operare un ulteriore upgrade.
Abbiamo in mente un progetto molto articolato, al termine del quale, come al Giambellino, non ci saranno più case popolari, incontrando in questo modo i più avanzati standard internazionali. Del resto, come abbiamo visto dai dati della partecipazione elettorale, i milanesi si sono dimezzati e chi è rimasto vota quasi solo per noi: a chi serviranno più tutte quelle case?
Dunque il nostro programma per il futuro del quartiere punterà sui giovani, con ricette semplici e pragmatiche perché a volte anche noi politici ci perdiamo in progetti troppo concettuosi. Il piano che stiamo elaborando e presenteremo presto al Consiglio di amministrazione Comunale è incentrato sulle nuove generazioni e in buona sostanza è una modesta proposta per evitare che i figli dei poveri siano di peso ai loro genitori e alla città e per renderli utili alla società. Per fare questo è necessaria una visione ambiziosa, attorno a cui far convergere tutti gli stakeholder attivi in zona.
Per iniziare, una società di comunicazione sta già curando il rebranding di questo Quartiere Intorno. Corvezzo è infatti ormai troppo caratterizzato dallo stigma sociale, senza contare che Luigi Emanuele Corvetto, cui la piazza è dedicata, è vissuto duecento anni fa ed è stato nel 1816 l’ispiratore della Cassa Depositi e Prestiti francese: una specie di banca pubblica che comprava, al posto delle banche private, il debito pubblico. Vi potete immaginare niente di più superato? Noi come milanesi oggi siamo fieri di pagare profumatamente, con il sudore del nostro lavoro, il nostro debito alle banche private (è per questo tra l’altro che ho appena nominato un loro dirigente all’assessorato al bilancio), senza contare che poi ce ne tornano indietro un pochino con le erogazioni delle loro fondazioni, insomma: facciamo girare l’economia e non abbiamo certo bisogno di strani corvetti per la testa!
Piuttosto, questa agenzia di comunicazione è già avanti nel suo lavoro e dopo NoLo (North of Loreto, una volta via Padova) e SouPra (South of Prada, una volta Brenta), lo spirito del nuovo quartiere sarà catturato in rapporto al vicino quartiere di Calvairate, almeno fino a che non cambieremo nome anche a lui, e Torvetto sarà sulla bocca di tutti con un liberatorio e ambrosiano ‘SuCa’ (Sud Calvairate).
La campagna di comunicazione è ancora in preparazione e alla fine di questa prima giunta ascolteremo con attenzione anche il punto di vista degli abitanti. Per ora abbiamo solo delle ipotesi:
‘Vuoi un quartiere frizzante? SuCa!’.
‘Sei stanco di aspettare due anni per la prima visita dal logopedista per tuo figlio che ha problemi a scuola? SuCa!’.
‘Sogni un quartiere in cui le iniziative culturali siano indirizzate a tutti? SuCa!’.
Ma anche questa potrebbe suonare come un’iniziativa estemporanea, che non rende giustizia al nostro Piano Quartieri (quartieri, andateci piano!), per il quale abbiamo invece già ottenuto l’interesse di due fondi pensione internazionali. Sintesi della nostra visione è il progetto Welfare Va.Ca.Ca.Re (Valorizzare e Capitalizzare le Capacità di Resilienza), che prevede un focus particolare sull’infanzia e la prima adolescenza. Chi di voi non ha visto, passeggiando per le strade del quartiere, giovani neet sfaccendati fumare droga sulle panchine? Chi non è stato investito dal loro turpiloquio sui mezzi pubblici, in orari in cui avrebbero dovuto essere a scuola? Chi non ha sentito un sindacato degli inquilini lamentarsi per le condizioni di sovraffollamento delle case popolari?
Ora non vi sembri fuori luogo ricordare la mia sensibilità green e vi prego di ascoltare la mia proposta.
Ai confini del quartiere si trova il depuratore delle acque che è un vanto per la città. Attualmente le sue vasche sono piccole, insufficienti a un corretto funzionamento. Propongo di allagare con le acque del depuratore la parte sud del quartiere, fino ai secondi piani dei condominii. A quel punto una parte della flotta di biciclette comunali in bike sharing potrebbe essere messa a mollo nelle acque reflue, in corrispondenza di prodigiose pompe che sparino l’acqua a grande pressione, e i giovani del quartiere, pieni di energia ma privi di qualunque scopo produttivo in cui impiegarla, potrebbero passare svariate ore della giornata a pedalare, favorendo la creazione di energia pulita per la città.
Considerate che un giovane meridionale o migrante come quelli che girano a Corbetto, che una recente ricerca del dipartimento di Ingegneria del Politecnico di Milano stima intorno agli 80-85 chilogrammi di peso, potrebbe produrre quotidianamente svariati NanoWatt all’ora e questo ci permetterebbe di potenziare l’illuminazione notturna e dunque aumentare la sicurezza del quartiere. Non va sottovalutato poi l’impatto positivo della fatica e della partecipazione a un progetto collettivo sulle menti dei Giovani Intorno, e ci sono diverse best practices internazionali che confermano la bontà dell’approccio. I fondi pensione già menzionati sarebbero entusiasti di replicare anche a Milano l’idea e stiamo pensando di dedicare una ‘week’ apposita per attrarre a Milano i progettisti sociali più visionari. Certo, il copioso sudore dei giovani potrebbe provocare un certo fastidio alle aree circostanti, giacché noti sono gli afrori dei Giovani Intorno, ma vi assicuro stiamo collaudando apposite sacche che lo raccolgano e lo conservino per potenziare le colture idroponiche che abbiamo sviluppato poco più a sud, dove il quartiere (finalmente) finisce e inizia la campagna. Saranno i giovani stessi a portare le piccole sacche una volta finito il proprio turno di pedalata: basterà qualche bracciata defatigante per raggiungere la cascina riqualificata.
Ma non voglio rivelare altro per il momento. Posso soltanto ringraziare i cittadini che mi hanno dato fiducia e ribadire che Corsetto sarà la nostra ossessione per i prossimi cinque anni. Il vostro sindaco, sempre Intorno”. (rosa hayat)
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CARTOLINE DA CORVETTO
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