Foto di Giuditta Pellegrini
Oltre trentamila persone hanno partecipato alla mobilitazione di sabato promossa dal Collettivo di fabbrica Gkn, Fridays for Future Italia, Assemblea NoPassante e Rete Sovranità Alimentare, sostenuta da decine di organizzazioni, collettivi, gruppi e comitati bolognesi, che hanno attraversato la città e la tangenziale del capoluogo emiliano.
In particolar modo l’attraversamento del Passante di mezzo – in una città come Bologna, nel cuore della Pianura Padana, una delle aree più inquinate d’Europa – ha rappresentato un atto simbolico forte. L’iniziativa è arrivata dopo settimane di assemblee e riunioni contro l’allargamento dell’infrastruttura, un progetto emblematico in una fase storica in cui sempre di più si percepisce il disastro climatico incombente, con siccità, eventi estremi, ciclo delle stagioni ormai disarticolato, e dove gli impatti di un modello di sviluppo insostenibile si stanno concretizzando in un’inflazione crescente, carovita, esclusione sociale e con una guerra alle porte di casa.
L’ampliamento del passante, così come gli investimenti su rigassificatori, inceneritori, poli logistici, impianti di risalita, mostrano tutte le priorità di un modello per il quale il futuro e il benessere delle comunità locali valgono meno degli interessi economici.
Bologna è stata la prima tappa di un processo di insorgenza generalizzato, a livello nazionale, dove i territori prendono parola provando a convergere e alimentare conflitto sociale dentro la cornice di un cambiamento radicale. La prossima tappa di questo percorso sarà Napoli, il 5 novembre, con il Movimento dei disoccupati organizzati 7 novembre: per i diritti sociali e la lotta alla precarietà, contro il carovita e la devastazione ambientale, per provare a mostrare come il futuro del pianeta sia strettamente intrecciato alla difesa dei diritti individuali e collettivi.
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