Dopo la chiusura totale delle scuole primarie e secondarie, la settimana scorsa il governatore della Campania De Luca ha “concesso” alle scuole interessate – con un provvedimento ipocrita e paternalista – di poter effettuare progetti speciali per bambini disabili e autistici.
A. ha tredici anni e frequenta la terza media. Vive la scuola con entusiasmo travolgente. La classe è il suo mondo, predilige il contatto fisico, ama abbracciare i suoi compagni, questo la tranquillizza e dà un senso alla sua giornata. Con lo scoppio della pandemia e la successiva istituzione della didattica a distanza però, A. e la sua famiglia hanno vissuto un dramma. Il lavoro al computer era faticoso e povero, anche fatto con le migliori intenzioni. A. si sentiva sola. L’inizio del nuovo anno scolastico è stato accolto da A. con il consueto entusiasmo, tutto è tornato al proprio posto. La scuola, la classe, i compagni.
Presto però è tornato il buio. La nuova ordinanza di De Luca chiude le scuole e il conseguente primo giorno di DAD è stato un disastro. Tempo qualche giorno e De Luca ha lanciato una nuova ordinanza di “inclusione” per i bambini con Bisogni Educativi Speciali. A. è quindi potuta tornare a scuola in presenza.
Dopo un’iniziale felicità, A. si è accorta del controsenso: si trova nella sua amata classe da sola, i suoi compagni restano a casa. La felicità ha rapidamente lasciato il passo a delusione e noia.
Decidiamo quindi di raccontare insieme questo momento così confuso. A. mi espone i suoi pensieri, i suoi dubbi, le sue speranze e le mettiamo su carta attraverso il fumetto usando tecniche diverse: collage, pennarelli, china, matita. A. ha del talento per il disegno e la pittura, quindi ci sembra il mezzo più adeguato. I primi giorni tutto sommato sono andati bene, lavorare al fumetto ci ha tenuti occupati, ci ha fatto divertire e riflettere. Ma i giorni a venire? (diego miedo)
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