Ho deciso di mandarti tre cartoline. La cartolina è un oggetto antico, fanne un buon uso, lasciala in qualche scatola per una decina d’anni e poi tirandola fuori commentala, oppure dimenticala.
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PRIMA CARTOLINA
Immagine: Oval di Torino, scritta in giallo ocra: “Saluti dal Salone Internazionale del Libro Torino 2021”.
Carta: lucida
Francobollo in alto a destra: Giorgio Strehler, dalla serie tematica “Le eccellenze italiane dello spettacolo”.
Lato destro, campo segnato:
Alla redazione di Napoli Monitor – Torino
Piazza della Repubblica – 1
Torino, 10100
Italy
Lato sinistro, campo libero:
Torino 14/10/2021
Cari, oggi sono al Salone, c’è tanta gente, parlano anche di biblioteche, poco. Parlano di libri, vendono i Poke Hawaiani: 10 euro. Ho preso la metro per arrivarci, ora ferma anche dopo Lingotto, ho incontrato alcuni scrittori nel tragitto. O meglio: io origliavo quel che dicevano. «Secondo te chi vince il ballottaggio?», «In che stand sei?», «Io conosco Gilda Policastro», «Ho preso un tè con Battisti», «Ma sei già finito in biblioteca?», «Hai letto l’ultimo Castiglione?», «Ma io non miro a essere uno scrittore top, diciamo medio, mi accontento, ma il mio nuovo lavoro critico su Landolfi sarà una bomba». E così via.
Questi cinque scrittori viaggiavano seduti sul metrò, parlavano, parlavano, parlavano senza vedere niente. A Pozzo Strada è salita una signora, sessant’anni, pelle olivastra, velo rosa a metà testa, scarpe da ginnastica Nike, jeans con l’orlo di paillette. La signora, che assomigliava a mia nonna, leggeva un libro della biblioteca appoggiata al vetro: La leggenda dei giocolieri di lacrime di László Darvasi. Le biblioteche per loro natura, quelle pubbliche, operano nella società in trasformazione cercando di soddisfare i bisogni e le richieste di ogni singolo utente. Ah! Salutatemi lo “scrittore italiano”, con affetto.
L.
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SECONDA CARTOLINA
Immagine: quattro foto bordate di rosso sfondo blu: Sala Azzurra, Bancone Informazioni, Torre di Libri, Bibliobus, Vivi il Salone del Libro.
Carta: lucida
Francobollo in alto a destra: Andrea Camilleri, dalla serie tematica “Le eccellenze italiane dello spettacolo”.
Torino 15/10/2021
Quanta gente! Il caffè costa 1,50 euro, sono aumentati i costi degli stand, i corridoi sono più larghi, ci sono le scuole, le famiglie, un sacco di persone con le borsette di cotone, il vociare è assordante, c’è coda ai bagni, mi sono distratto, in fondo sono contento di vedere tante persone assieme. Ah, vorrei scrivere sul muro di un bagno: “Raimo dacci il segnale”, ma è già stato fatto. Comunque qui ci sono molte case editrici, associazioni, gruppi, stand istituzionali, ci sono così tante cose che non ricordo niente di preciso. Ecco, c’è un mucchio di ragazzi allo stand della polizia. Ma vi ricordate quando c’era il Mossad sui tetti di Torino? Che tempi. Ho ascoltato Moni Ovadia per un evento del Salone Off, in un posto in montagna: parlava dell’ebraismo come ortoprassi; è da qualche tempo che penso alla biblioteca come spazio dell’ortopratica. Gli spazi culturali collettivi sono in sofferenza, c’è bisogno di più azioni picaresche e piratesche, c’è bisogno di buone, sporche azioni. Comunque prima o poi dovremo fare i conti con i book blogger. Salutatemi F. e fate i bravi.
L.
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TERZA CARTOLINA
Immagine: Nicola Lagioia, sulla mole – Una Mole di parole.
Carta: opaca e porosa.
Francobollo in alto a destra: Mafalda (vignetta dove dice basta), dalla serie tematica “Le eccellenze italiane dello spettacolo”.
Torino 18/10/2021
Ho incontrato di nuovo gli scrittori sulla metro. Ma che bell’idea di format vi ho dato: “Parole in galleria”, scrittori che transitano nei bassifondi delle città e la commentano. Allora, questi scrittori stavano parlando di cose alte. «Quanto hai guadagnato con il libro, se posso chiedertelo?», «Ma mi dai il numero del tuo editor? Mi sembra uno con i contatti giusti», «Domani faccio un salto alla Holden, devo incontrare quella ragazza che non voleva che condissi l’insalata», «Ma voi avete una pensione integrativa?», «Domani vado in biblioteca a prendere un libro di Landolfi», «Guarda ho fregato cinque libri, uno era il mio». Con la metro sono scesi a Fermi, il paese dopo Torino in sostanza. Io sono sceso con loro e sono andato a prendere la macchina parcheggiata vicino alla Coop in un parcheggio sterrato e lì tra la boscaglia seminascosta ho visto una tenda da campeggio verde e davanti a quella tenda la signora della biblioteca che leggeva scrittori ungheresi. Mi piace l’idea delle biblioteche come luogo delle possibilità e come contrasto delle solitudini. Ci vediamo presto. (luca valenza)
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