Il primo marzo, presidio per i giornalisti uccisi a Gaza. Sabato due ancora manifestazioni per la Palestina a Roma e a Viterbo, e un gruppetto di ecologisti protesta contro la cementificazione del parco della Cecchignola. Il tre i migranti rinchiusi nel Cpr di Ponte Galeria danno fuoco a dei materassi durante un presidio in memoria di Ousmane Sylla. Alla maratona Roma-Ostia vincono due romani di origine africana: al maschile Emmanuel Wafula, kenyano, al femminile Tekle Mulat Godu, etiope. Il quattro dopo una lunga malattia muore Barbara Balzerani, che nel 1979 aveva partecipato al sequestro Moro. Il cinque per un malore muore Jojo (Yosef Yemane Tewelde), 43 anni, storico attivista del movimento per l’abitare romano. “È morto un partigiano”, scrivono i suoi compagni e le sue compagne. La polizia sgombera sette appartamenti occupati a Torbellamonaca, mentre alla Sapienza una studentessa alza un cartello a lezione: “Non mi sento sicura”, c’è scritto. Il sette altre due studentesse contestano la rettrice durante una conferenza sulle molestie in Università: “Avere rettrici donne non significa emancipazione”, dicono. L’otto marzo sciopero generale per la giornata della donna.
Sabato nove nuova manifestazione contro il massacro in Palestina, da piazza Esedra ai Fori imperiali. Studenti e studentesse della Sapienza bloccano una conferenza organizzata da Azione Universitaria: “A prendere parola sulla parità di genere non può essere chi nega i diritti delle donne”, dichiarano. Domenica dieci piove e tira vento. L’undici quattro attiviste appendono uno striscione contro i femminicidi a Stazione Termini, con scritto “Bruciamo tutto”. Il dodici sgomberato un palazzo occupato da trenta stranieri a Monte Compatri. Il tredici un flash-mob contro i femminicidi blocca il Lungotevere, mentre un’assemblea di studentesse occupa la sede Sapienza di Via Salaria: “Vogliamo rendere questa sede un luogo non permeato dal maschile che ci domina”, dichiarano. Protesta degli agricoltori al Campidoglio. Il quattordici i movimenti per la casa occupano l’ex Fiera di Roma, già privatizzata, contro la nuova Legge 12 sulle case popolari: “No alla fiera della speculazione”, scrivono; intanto al Quarticciolo c’è una mobilitazione contro la chiusura del consultorio. Il quindici c’è l’ennesimo picchetto antisfratto per le cinque famiglie nordafricane di via Silvio Latino (Portonaccio) per cui l’Alto Commissariato Onu ha chiesto le case. Nella stessa mattinata alcune studentesse della Sapienza bloccano le lezioni e fanno suonare l’antincendio: “La violenza di genere è un allarme”, scrivono.
Sabato sedici ancora un corteo per la Palestina; nel pomeriggio il comune di Roma tiene una conferenza stampa per promuovere il porto privato della Royal Caribbean a Fiumicino. Durante la notte due ragazzi muoiono nell’incidente di una Bmw rubata sulla Casilina, verso Segni. Il diciassette una donna cinese di 37 anni viene uccisa a coltellate dal marito, nel loro appartamento di Cinecittà-Don Bosco, dove c’era anche la figlia di cinque anni. Il diciotto vanno a fuoco tre baracche vicino al Tevere, verso Pietralata. Il diciannove l’assessore Gotor viene contestato dagli abitanti del residence Bastogi, nella precarietà da decenni: “Bastogi è Roma”, dicono. Protesta anche a Largo dello Scoutismo contro l’evento “Sinistra per Israele”, mentre per un falso allarme bomba al ministero della cultura entra in azione il cane robot dei carabinieri. Il venti mattina la polizia scorta i tecnici dell’AS Roma a Pietralata, perché un residente non acconsente ai carotaggi per lo stadio sul suo terreno; come osservatori assistono anche gli abitanti del comitato “Sì parco, sì ospedale, no stadio”. Nel pomeriggio a piazza Venezia gli avvocati penalisti protestano contro i suicidi nelle carceri: in Italia si uccide un detenuto ogni tre giorni.
Il ventuno inizia la primavera. Il sindaco Gualtieri presenta il progetto dell’inceneritore ai sindaci di Nemi, Ariccia, Albano, Castel Gandolfo, Frascati, Velletri, Ardea, Pomezia, Genzano, Ciampino e Colleferro: l’incontro conferma tutti i loro timori. Nel pomeriggio, assemblea cittadina per la Palestina alla Sapienza. Il ventidue Ultima Generazione protesta per la catastrofe climatica durante la maratona di Roma, mentre a piazza dei Consoli c’è una manifestazione contro la missione Aspides nel Mar Rosso. I comitati contro l’inceneritore di Albano presentano un ricorso in Regione. Il ventiquattro, anniversario del massacro delle Fosse Ardeatine, nel pomeriggio si tiene un corteo per Ilaria Salis a San Lorenzo; durante la notte un uomo viene gambizzato alla Magliana. Il venticinque nuovo picchetto antisfratto a Torrenova per Omar e la sua famiglia, che da vent’anni vive un’odissea per la casa. Subito dopo, una quarantina di attivisti occupano la Casa della città, il Dipartimento di politiche abitative a Garbatella, per chiedere una casa per Omar. Ad Ardea un uomo sale sul tetto e minaccia di buttarsi per evitare lo sgombero. Nel pomeriggio studenti e studentesse della Sapienza occupano il Rettorato contro la complicità con Israele. Il ventisei piove. Un giudice accoglie il ricorso dell’associazione Spinaceto cultura, a cui il Comune chiedeva seicentomila euro per aver usato i locali comunali come teatro (grazie alla famosa “delibera 140” di Marino). Ora è il Comune che deve indennizzarli. La fondazione Bulgari propone un progetto da settecentomila euro per il Mausoleo di Augusto, da far realizzare a Rem Koolhas, casualmente proprio accanto all’hotel Bulgari. Il ventisette piove ancora, il livello del Tevere sale troppo e il Comune chiude le banchine. Un gruppo di fascisti aggredisce studenti del Plinio che staccavano i loro manifesti. Al Quarticciolo gli abitanti si mobilitano sulla linea di Bastogi: “Quarticciolo è Roma”, dichiarano.
Appena il giorno dopo, il ventotto, al Quarticciolo la Celere sgombera tre famiglie dalle case popolari di via Cerignola, tra cui una donna incinta e due minori. Né le famiglie, né il Comune né i servizi sociali erano stati avvisati. La polizia carica sui vicini e sugli attivisti accorsi a difenderle, manganellando anche una delle donne sgomberate. Il giorno dopo, il ventinove, centinaia di persone in corteo bloccano il traffico prima sulla Togliatti, poi sulla Prenestina, contro gli sgomberi: “Questo è il Quarticciolo / e va rispettato”, gridano. Il trenta una coppia di Albano concorda un suicidio: il marito spara alla moglie e poi si uccide. Domenica di Pasqua, il trentuno marzo, Roma è avvolta dalla sabbia gialla del Sahara. (stefano portelli)
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