I banchi del mercato di Porta Palazzo si affacciano a nord verso i quartieri popolari: qui l’aria è tranquilla. Eppure nel calmo pomeriggio ecco apparire soldati dell’esercito in ronda, pattuglie di polizia, carabinieri, finanza. Sfilano davanti agli occhi degli abitanti.
Nel cuore del quartiere Aurora, a pochi passi dal ponte Carpanini sulla Dora, i passanti fluiscono, qualcuno fa jogging e qualcun altro attende il verde al semaforo. Un giovane ragazzo è accerchiato da sei agenti. È un controllo dei documenti. Il giovane, sereno in apparenza, si sfila lo zaino e tira fuori un plico di carte, l’intero carico dello zaino: lo consegna e resta in attesa. Gli agenti, carichi di scartoffie, si appoggiano al parapetto lungo il fiume e iniziano a consultare quelle carte sgualcite, scambiandosi sguardi rassegnati e vinti.
Ancora più a nord, in corso Giulio Cesare, sono parcheggiati lungo il marciapiede di piazzetta Montanaro un blindato e due volanti della polizia, un furgone della polizia cinofila, una volante della guardia di finanza, un fuoristrada dell’esercito. Poliziotti si sporgono dalla camionetta, discorrono e sorridono, squadrano chi è incuriosito dalla loro presenza. Più avanti un gruppo di poliziotti accompagnato da tre militari si riunisce in cerchio contro il muro di un’abitazione. Ai loro piedi, a terra con lo sguardo tetro, è seduto un uomo intento a rovistare fra le carte del suo portafoglio.
Nel tratto in cui corso Palermo incontra corso Giulio Cesare urla rauche interrompono una calma slavata. Un uomo pare preda di un attacco di rabbia, non ce l’ha con nessuno in particolare, urla e dimena le mani al vento, vagando incollerito per il viale. Un passante s’avvicina cauto, prova a calmarlo. Intanto, due volanti della polizia di passaggio intercettano le urla disperate e si fermano a due passi dall’uomo indispettito.
Quando gli agenti scendono dall’auto la condizione dell’uomo precipita e sprofonda in un violento attacco di convulsioni, qualcuno intorno ipotizza una crisi epilettica. Il passante in aiuto dirige la sua rabbia contro i due agenti: «È colpa vostra!», urla. «Che vi siete fermati a fare? Vi ha visto ed è andato fuori!». Gli agenti chiamano un’ambulanza e restano in attesa. L’uomo, la faccia angosciata, resta fermo sul selciato. (dora griot)
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